Socialismo nazionale è un termine con cui i movimenti politici nazionalisti europei dei primi anni del Novecento identificavano talvolta le loro linee programmatiche di politiche sociali. Tale accezione del termine "socialismo", differente, alternativa e in totale discontinuità rispetto all'internazionalismo proletario o socialista[1], è stata alla base delle politiche sociali del fascismo[2][3] e più tardi della presenza del termine nel nome del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP)[4].
L'espressione è stata peraltro utilizzata con differente significato anche con riferimento ad esperienze politiche diverse, precedenti alla nascita dell'internazionalismo organizzato, come quella di Carlo Pisacane[5], o anche operanti nell'ambito delle varie Internazionali, quali il Partito Socialista Polacco.[6] Tali esperienze si caratterizzavano per il fondamentale richiamo alle tematiche dell'indipendenza nazionale affiancate e spesso anteposte a quelle di stampo sociale.
- ^ socialismo nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 17 ottobre 2020.
- ^ Rassegna della stampa estera, \s. n.!, 1922. URL consultato il 17 ottobre 2020.
- ^ Leonardo Rapone, Fascismo: Né destra né sinistra?, in Studi Storici, vol. 25, n. 3, 1984, pp. 799-820. URL consultato il 17 ottobre 2020.
- ^ Leonardo Rapone, Il socialismo internazionale, l'ascesa del nazismo e la politica del disarmo, in Studi Storici, vol. 37, n. 4, 1996, pp. 1155-1199. URL consultato il 17 ottobre 2020.
- ^ Vincenzo Mazzei, Il socialismo nazionale di Carlo Pisacane, Roma, Edizioni Italiane, 1943 (riedito da Grisolia nel 1999, con presentazione di Mario D'Addio).
- ^ Una delle quattro organizzazioni fondatrici del partito nel 1892 si chiamava, ad esempio, Polska Gmina Narodowo-Socjalistyczna, e cioè "Comune nazional-socialista polacca" (Leon Wasilewski, Zarys dziejów Polskiej Partii Socjalistycznej w związku z historją socjalizmu polskiego w trzech zaborach i na emigracji, Varsavia, Nowe Źycie, 1925, p. 32).